GENI, LINGUE E CULTURE (antropologia)

 Geni, lingue e culture

Gli uomini si differenziano per il loro aspetto fisico, la loro cultura, la loro lingua.

Sebbene noi abbiamo delle differenze, e noi siamo un’unica specie, perché condividiamo lo stesso DNA. 

Nonostante l’intensità dei contatti tra le popolazioni, la varietà che li caratterizza rimangono grandi.

Questa varietà si manifesta su più e diversi livelli:

- aspetto fisico → sì differiscono per statura, colore degli occhi, capelli o pelle

- livello linguistico → la varietà linguistica si esprime in cinque lingue parlate nel mondo e in un’infinità di lingue sociali → dialetti

- piano culturale → ampia varietà di comportamenti ed idee

Le differenze nell’aspetto sono però le più superficiali.

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Il DNA è l’unico tipo di analisi che ci consente di identificare le differenze tra i gruppi umani


Esempio:

Le ossa possono dirci molto sull’età dell’individuo, sul suo sesso oppure anche che alimentazione avesse, ma non saranno mai in grado di dirci se l’individuo avesse una carnagione scura, oppure se i capelli erano lunghi, ricci o così via…

Perciò, l’unico tipo di analisi che puoi dire qualcosa sulle differenze tra i gruppi umani e l’esame del codice genetico.

L’homo sapiens sapiens risale a 50.000-100.000 anni fa, ed è proprio qui che la nostra specie assunse caratteristiche simili a quelle presenti.

L’obiettivo più alto era il linguaggio, e poi apprendere le prime testimonianze artistiche.


Secondo lo studio è stato riscontrato che a livello, due individui appartenenti allo stesso gruppo, avranno differenze maggiori rispetto a due individui presi totalmente a caso.

Questo perché ci sono più elementi di DNA sparsi durante le migrazioni primarie rispetto ad altri.

Di scoperte confermano che non è possibile parlare di razze umane.

Si può trattare di razze, solo quando si parla di bovini, cani, cavalli,…

Questi sono tutte le specie animali i cui esseri umani, incrociandosi, hanno ottenuto “razza“ in più dagli uomini stessi.

Il numero di razze varia da un estremo di 3 a un estremo di 60

L’enorme differenza tra i due estremi è che i criteri utilizzati erano scientificamente privi di fondamento:

- in una classificazione minimale → gli europei sono assimilati agli asiatici e opposti agli africani da un lato, e gli australiani dall’altra.

- in una classificazione massima → gli italiani potrebbero essere considerati di razza diversa dai francesi, o appartenenti i bolognesi come una razza diversa dai toscani.

Queste scoperte confermano che non si può parlare di razze umane, quindi confuteranno il “razzismo scientifico“

Nel caso degli esseri umani, la razza è solo una “questione culturale”

E negli Stati Uniti, è noto che i gruppi razziali distinguono il bianco dal nero e il nero dal nativo,…

In questo paese, un individuo è classificato secondo i suoi antenati.

In Brasile invece è l’opposto, un individuo appartiene al tipo, secondo il suo aspetto. Ad esempio se una persona di aspetto è  bianco, viene classificata come una persona bianca, indipendentemente dal fatto che i suoi antenati siano bianchi o neri.

L’unica cosa corretta che si può dire sulla nozione di razza umana è che essa, porta con sé stereotipi → giudizi diffusi privi di valore


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